“Controsesso” di Franco Rossi, Marco Ferreri e Renato Castellani

di FabMind

“Controsesso” di Franco Rossi, Marco Ferreri e Renato Castellani

| venerdì 02 Giu 2017 - 16:24

Nella prima metà degli anni sessanta, quando la produzione cinematografica in Italia era all’apice e le sale erano piene, iniziarono ad uscire film composti da corto o medio metraggi collegati da un filo conduttore a volte molto sottile. “Controsesso”, del 1964 ha il debole pretesto di assemblare tre diversi episodi che hanno come tema le perversioni sessuali degli italiani.

Ovviamente nel 1964 i concetti di inibizione e disinibizione sessuale al cinema erano molto ma molto diversi da quelli che abbiamo nei nostri giorni, più di cinquant’anni dopo.

Ma i temi trattati nei tre diversi episodi da Rossi, Ferreri e Castellani erano comunque imbarazzanti anche se trattati in chiave comica o grottesca.

Il primo episodio “Cocaina di domenica” per la regia di Franco Rossi, ha per protagonisti Nino Manfredi e Anna Maria Ferrero che interpretano due giovani sposini alle prese con gli effetti della cocaina tra le mura del loro appartamento.

Il secondo episodio, “Il professore”, è interpretato da uno strepitoso Ugo Tognazzi, professore di una classe femminile della Scuola Magistrale, che inserisce nell’armadio dell’aula una comoda, cioè un’antica sedia con gabinetto, per costringere le proprie allieve a rimanere in classe per i propri bisogni durante la sessione d’esame.

Il terzo episodio, “Una donna d’affari” di Renato Castellani, ha di nuovo per protagonista Nino Manfredi, stimato musicista, che s’innamora a prima vista con un colpo di fulmine, di una donna d’affari impegnatissima, indaffaratissima che vive sempre di corsa, un’affascinante Dolores Wettach.

Sono tre episodi diversissimi, ognuno dei quali ha un proprio ritmo e una propria struttura.

Il primo e il terzo episodio possono essere definiti prettamente comici nel trattare il tema legante del film.

Nel primo episodio gli sposini sotto l’effetto della cocaina hanno reazioni e comportamenti che sovvertono la concezione di tranquilla famiglia borghese: maltrattano i parenti in visita, il maggiordomo dei vicini e nella loro iperattività si sfogano su oggetti e attività domestiche.

Il secondo episodio, quello di Ferreri con Tognazzi professore, è l’episodio graffiante, quello che ha fatto rischiare le conseguenze della censura. Tognazzi è un professore bigotto che vive con la nonna e la zia anziana ma il mondo femminile per lui è fatto di feticci, di fantasie soprattutto verso le proprie giovani allieve. La somiglianza fisica di Tognazzi-Professore con Giulio Andreotti non è un caso: Andreotti era il simbolo del bigottismo cattolico che censurava i costumi degli italiani anche nel cinema.

L’ultimo episodio sembra quello più leggero, quasi una lunga storiella da iperbole narrativa. Manfredi che rincorre la donna d’affari con l’eterna promessa dell’amplesso per il quale non si trova mai il tempo, simboleggia l’italiano del dopo boom che non riesce più ad arrivare all’amore e al sesso anche se tenta in ogni modo e in ogni luogo.

Si tratta di un film leggero, arioso, brillante che diverte e ci fa rivedere Tognazzi e Manfredi nel pieno della loro lunga carriera.

Nonostante il titolo e gli argomenti trattati, il film è adatto a tutti.

Una versione di qualità migliore ad alta definizione la potete trovare nel sito di Rai Play a questo indirizzo.

 

Buna Visione.

 

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