Licio Gelli e gli indicibili misteri della Loggia P2

di Jack Sentenza

Licio Gelli e gli indicibili misteri della Loggia P2

| sabato 21 Mag 2022 - 00:01

21 maggio 1981 – Il Presidente del Consiglio Arnaldo Forlani rende pubblica la lista degli appartenenti alla loggia massonica P2 di Licio Gelli, che tra gli altri comprende i nominativi di 2 suoi ministri e di 5 sottosegretari.

La Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Tina Anselmi concluderà il caso P2 denunciando la loggia come una vera e propria “organizzazione criminale” ed “eversiva”.

Il governo Forlani cade in seguito allo scandalo. Alla loggia P2 erano iscritti personaggi tra i più in vista ed in posti chiave del Paese: parlamentari, imprenditori, banchieri, faccendieri, militari, uomini dei Servizi, giornalisti, dirigenti. Ecco un elenco di alcuni tra i più importanti:

Michele Sindona, banchiere legato a Cosa Nostra sia di Palermo che di New York, mandante dell’omicidio Ambrosoli, avvelenato in carcere
Roberto Calvi, il “banchiere di Dio”, presidente del Banco Ambrosiano, collegato a Pippo Calò e alla Banda della Magliana, trovato impiccato sotto un ponte a Londra
Francesco Cosentino, fedelissimo di Andreotti, coinvolto nello scandalo Lockheed, sospettato di legami con Camorra e Cosa Nostra, e di aver commissionato l’omicidio Dalla Chiesa
Franco Foschi, Ministro del lavoro con Forlani e nel precedente governo Cossiga
Enrico Manca, craxiano, Ministro del commercio nel governo Forlani. In sede processuale, dove era assistito da Cesare Previti, non si è potuta dimostrare una sua adesione attiva alla Loggia
Gaetano Stammati, 5 volte Ministro (Finanze, Lavori Pubblici, Tesoro, Commercio con l’estero), ritiratosi dalla politica in seguito alla vicenda P2
Pietro Longo, segretario del PSDI, Ministro del bilancio nel futuro primo governo Craxi
Luigi Mariotti, precedentemente 4 volte Ministro della Sanità e una Ministro dei trasporti
Vincenzo Carollo, ex presidente della Regione Siciliana
Massimiliano Cencelli, noto per il cosiddetto “Manuale Cencelli” sulla spartizione delle cariche tra partiti, poi collaboratore del San Raffaele e di Nicola Mancino
Vito Miceli, capo del SID e implicato nel Golpe Borghese
Ambrogio Viviani, capo del SISMI, poi deputato del Partito Radicale
Antonio Labruna, agente condannato per depistaggio nell’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana
Pietro Musumeci, generale condannato per depistaggio nelle indagini sulla strage di Bologna (Zeta in “Romanzo Criminale” di De Cataldo)
Luigi Bisignani, faccendiere, condannato nell’inchiesta Enimont, coinvolto nell’inchiesta “P4”, a tutt’oggi ritenuto uno degli uomini più potenti d’Italia
Silvio Berlusconi
Fabrizio Cicchitto, dimissionario dal PSI per la vicenda, rientrato in politica nell’87, oggi editorialista di Libero
Rolando Picchioni, oggi nel PD piemontese, recentemente accusato di peculato in qualità di ex presidente della Fondazione che gestisce il Salone del Libro di Torino
Duilio Poggiolini, successivamente Direttore del servizio farmaceutico nazionale, coinvolto in Tangentopoli e condannato per corruzione e concussione
Giorgio Mazzanti, ex presidente ENI coinvolto nello scandalo ENI-Petromin
Angelo Rizzoli, il noto editore che cedette il controllo del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera a Gelli e a Calvi
Artemio Franchi, presidente FIGC e UEFA
Maurizio Costanzo
Roberto Gervaso
Vittorio Emanuele di Savoia

A detta della vedova Calvi e di varie altre testimonianze, Giulio Andreotti sarebbe stato il vero capo della loggia, e Francesco Cosentino il suo vice. Andreotti smentì di conoscere Gelli fino alla pubblicazione di una foto che li ritraeva insieme.

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