Rischiatutto

Quando uscì il gioco da tavolo del Rischiatutto, nei primi anni settanta, moltissimi ragazzini vollero subito comprarlo.

Era il 1972, tutti adoravano il quiz di Mike Bongiorno del giovedì sera, la sigla iniziale, Sabina Ciuffini, le gaffe di Mike, il Signor No, fiato alle trombe Turchetti, il Rischio, i campioni come la signora Longari e Massimo Inardi.

Il gioco era stupendo, c’era tutto, anche gli occhiali di Mike.

I ragazzi passavano ore a sfidarsi tra domande preliminari, quelle in tabellone, i cicalini per prenotare la risposta, la clessidra che scandiva il tempo.

Oggi nel 2017, quarantasette anni dopo la prima puntata di quel quiz del giovedì sera del canale nazionale della RAI, nei reparti giocattoli dei supermercati può saltare all’occhio questa scatola.

È lei, è quella del gioco nell’edizione originale.

E le domande sono le stesse: la penicillina, i Beatles, lo sbarco sulla luna, i mondiali di Mexico 70.

Solo che ora le domande, anche se sono le stesse, risulteranno molto più difficili.

Perché nel frattempo sono passati per l’appunto quarantasette anni.

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