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Evita Perón

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Quando nel 1947 il voto in Argentina fu esteso anche alle donne, gran parte del merito fu proprio di Eva Perón, moglie del presidente Juan Domingo Perón.

Perennemente osteggiata dai conservatori, Evita dovette subire i continui affronti dell’oligarchia borghese, che si rifiutò persino di concederle il ruolo di presidente della Sociedad de beneficencia, riservato tradizionalmente alla First Lady, con la giustificazione che fosse troppo giovane e inesperta (la Società fu chiusa con atto governativo il 6 settembre 1946). Nel 1948 venne istituita la Fundación María Eva Duarte de Perón, poi rinominata Fundación Eva Perón. L’attività della Fondazione consisteva nel distribuire ogni anno enormi quantità di macchine per cucire per favorire l’occupazione femminile, sostenere le famiglie più bisognose, trovare e creare alloggi per anziani e donne, ospitare bambini nelle case-scuola, costruire ospedali (21 in tutto il paese).

Quando nel 1951 il marito vinse nuovamente le elezioni, Eva partecipò alla campagna elettorale e alla sfilata della vittoria nonostante i primi gravi sintomi del tumore che la porterà rapidamente alla morte. Al suo funerale partecipò un impressionante numero di persone e il suo corpo imbalsamato rimase esposto fino al 1955, fino a quando un nuovo colpo di stato militare destituì il presidente e fece sparire la salma (ritrovata 19 anni dopo). Le complicate vicende del corpo di Evita, ora sepolta nella cappella della famiglia Duarte nel cimitero di Recoleta, a Buenos Aires, sono state raccontate da Tomás Eloy Martínez nel libro “Santa Evita”. In Argentina il sessantesimo anniversario dalla sua morte è stato celebrato con la stampa di 20 milioni di copie di una banconota da 100 pesos con la sua immagine.

Figura controversa nella storia dell’Argentina, i detrattori la guardavano come la figlia illegittima e la disinvolta donna di spettacolo che riuscì a conquistare fama e potere grazie al suo matrimonio con il futuro presidente del paese: “Non potevano perdonare ad una giovane donna di aver avuto successo”, diceva lei stessa in un’intervista pubblicata postuma il 7 aprile 1954. Eva Perón incarnava dunque, per una parte della popolazione, il risentimento verso il peronismo, la sua demagogia e il populismo delle sue opere.

Per moltissimi altri, Eva Perón diventò invece una figura quasi mitica, e ancora oggi in Argentina la sua memoria è custodita con grande devozione: è divenuta il simbolo dell’impegno sociale, di chi sta dalla parte del popolo e di chi ne rappresenta lo spirito autentico.

Rossella Carli

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