60 anni Ancit: le conserve ittiche ora conquistano anche l’estero

di Redazione

60 anni Ancit: le conserve ittiche ora conquistano anche l’estero

| mercoledì 06 Ott 2021 - 10:49

Milano, 06, ott. (askanews) – Dietro la classica scatoletta di tonno che conserviamo in dispensa si nasconde un sapere antico, lontano erede di quella cultura gastronomica romana che col garum insaporiva i suoi piatti. Oggi questo sapere, tramandato, di famiglia in famiglia, è un’industria, fiore all’occhiello del made in Italy. E voce di questa industria è l’Ancit, l’associazione nazionale dei conservieri ittici e tonnare che quest’anno festeggia i 60 anni di attività, 60 anni in cui la tradizione delle conserve ittiche, figlia del Mare nostrum, si è trasformata, modernizzata, innovata senza mai dimenticare le origini. Come ci ha raccontato il presidente Simone Legnani.

"Con il progresso e l’industrializzazione questa attività è diventata una vera e propria industria però è rimasta la tradizione tant’è che praticamente tutte le industrie italiane ancora oggi operanti nel settore hanno una conduzione possiamo dire familiare, addirittura molte sono già alla terza generazione".

Il punto di svolta per questa industria, dove l’occupazione femminile gioca ancora oggi un ruolo chiave, è segnato dall’avvento della scatola di latta. All’inizio è grande e il tonno si vende a peso, nella carta oleata. Ma di lì a poco l’arrivo delle scatolette da 100 o 200 grammi daranno la spinta decisiva al comparto. Un comparto che oggi, includendo salmone affumicato e specialità, sfiora i due miliardi di valore. E per il quale, in parallelo cresce anche il gradimento all’estero, dove in dieci anni sono raddoppiati i quantitativi di tonno spediti.

"L’altro aspetto che si sta sviluppando sempre di più negli ultimi anni, con

molta soddisfazione, è l’export – sottolinea – non solo del tonno ma anche di altri prodotti sempre ittici perché viene considerato il tonno in abbinamento con l’olio d’oliva un fiore all occhiello dell’export".

Già tonno in scatola, ma anche acciughe, sgombri, sardine, salmone, vongole e antipasti di mare. Una varietà che finisce sulle tavole dei consumatori, grazie all’innovazione, al saper fare, ma anche all’impegno verso la sostenibilità:

"Questi sforzi hanno iniziato a dare dei segnali positivi – prosegue Legnani – perché è stato annunciato che 4 specie di tonno, tra cui anche quelle utilizzate dall’industria, sono in leggero miglioramento: non è la risoluzione del problema ma è un segnale che gli sforzi che si stanno facendo iniziano a dare dei segnali positivi".

Del resto il pesce è una risorsa preziosa anche per la nostra alimentazione, col suo apporto di proprietà nutrizionali, come ci spiega Luca Piretta, nutrizionista all’Università Campus Biomedico di Roma: "Le conserve ittiche hanno aiutato a crescere la popolazione italiana, 60 anni fa la vita media era più breve oggi la vita media si è allungata molto, anche grazie all’utilizzo di una sana alimentazione e in questa alimentazione è intervenuta in modo molto importante anche la conserva ittica perchè ha dato proteine, antiossidanti, antinfiammatori".

Tutti nutrienti che grazie alla versatilità delle conserve ittiche possiamo facilmente avere a portata di mano, anche dove il pesce non c’è.

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