Roma, 5 ott. (askanews) – Diventare archeologo, almeno per un giorno. E’ l’esperienza fatta dai dipendenti di PQE Group, società di consulenza nel settore farmaceutico, che si sono misurati con picconi, setacci e cazzuole alla ricerca di reperti antichi. Un modo per fare squadra e contribuire alla tutela dei beni culturali.
Sotto lo sguardo attento del Gruppo archeologico del Territorio Cerìte, i neo volontari hanno contribuito a riportare alla luce i resti del Castrum Novum di Santa Marinella, poco a nord di Roma, sito su cui da dieci anni insiste una missione scientifica internazionale coordinata da Flavio Enei, Direttore del Polo museale del castello di Santa Severa.
"Sono i resti di una colonia romana del III secolo a.C. ancora ben conservati, tutto sommato. C’è il perimetro di quello che fu il Castrum, con i resti della caserma, delle porte, e poi per la fase imperiale, invece, abbiamo i resti del teatro, di una serie di domus che furono costruite sui resti dell’antica colonia che Roma dedusse nel III secolo a.C per difendere il territorio da un eventuale sbarco cartaginese durante le guerre puniche".
Un complesso finora poco conosciuto che ora è possibile scoprire anche grazie a una mostra appena inaugurata nella nuova sede del Comune di Santa Marinella
e curata dal Polo Museale Civico. Una struttura didattica permanente, ha spiegato il sindaco Pietro Tidei, che potrebbe arricchirsi di nuovi reperti.
"Diciamo che questo sito, anche se poco conosciuto, è un sito molto importante che diventerà importantissimo da qui a poco tempo per il semplice fatto che stiamo predisponendo tutti gli atti amministrativi per entrare definitivamente in possesso dell’intera area. Un’area grande che già abbiamo scoperto e dove sotto ci sono le terme, dove c’è il teatro, dove ci sono tante parti della città, cioè del castrum, molto molto importanti".
Ci sarà dunque tanto da scavare ma i neo volontari di PQE sembrano entusiasti.
E dopo qualche ora un piccolo premio per tanta fatica: una monetina di età imperiale.