Dopo il duro attacco di Mosca su Kiev della scorsa notte, uno dei più pesanti dall’inizio della guerra, con oltre 500 droni e missili, è arrivata la risposta dell’Ucraina che ha attaccato una base aerea russa nella città di Borisoglebsk e tutta la regione di Voronezh. Secondo lo Stato Maggiore ucraino, sono stati colpiti un deposito di bombe guidate, un aereo da addestramento e probabilmente altri velivoli.
In attesa di capire se Washington interromperà veramente gli aiuti militari a Kiev, Volodymyr Zelensky si difende come può. Ieri ha avuto un colloquio telefonico di quaranta minuti con Donald Trump al termine del quale, però, non ha incassato concrete rassicurazioni.
Certo, il presidente americano si è detto molto deluso dal presidente russo Putin che l’altro ieri gli ha ribadito di voler raggiungere tutti gli obiettivi per i quali ha invaso l’Ucraina e non gli è parso "minimamente intenzionato a fermare la guerra". Lo ha ribadito anche ai giornalisti sull’Air Force One: “Putin vuole solo continuare a uccidere”, ha detto, lasciando intendere che potrebbe essere pronto a inasprire le sanzioni contro la Russia, dopo averle rimandate per convincere Putin a porre fine alla guerra.
Secondo alcune fonti di stampa, Trump avrebbe detto a Zelensky di "voler contribuire alla difesa aerea" e che "verificherà cosa è stato ritardato, se qualcosa è stato ritardato". Il riferimento è ai missili Patriot promessi e mai consegnati, essenziali per la difesa aerea ucraina.
Una speranza potrebbe arrivare dalla coalizione europea dei volenterosi che potrebbe valutare di armare ulteriormente l’Ucraina mettendo mano alle riserve strategiche. Il cancelliere tedesco Merz ha proposto a Trump una sorta di triangolazione, cioè di acquistare dagli Stati Uniti due sistemi Patriot da girare poi a Zelensky. Una decisione che Macron, Starmer, Meloni e Merz proveranno a prendere in una riunione il prossimo 10 luglio, in occasione della conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina che si terrà a Roma.
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