«Un anno perso»: la voce dei ragazzi in didattica a distanza

di A. Moré

«Un anno perso»: la voce dei ragazzi in didattica a distanza

| martedì 02 Mar 2021 - 16:27

Una rilevazione di Save The Children su otto capoluoghi nel nostro Paese mostra fortissime variabili territoriali, e il rischio di un ulteriore aumento delle diseguaglianze educative, mentre il rapporto internazionale dell’Organizzazione sottolinea le enormi disparità tra paesi, classi sociali e status e i rischi connessi al mancato accesso all’istruzione.

A un anno dall’inizio della pandemia di COVID-19, bambini e adolescenti di tutto il mondo hanno perso in media 74 giorni di istruzione ciascuno, più di un terzo dell’anno scolastico medio globale di 190 giorni. È quanto emerge dai dati diffusi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in occasione dell’anniversario della pandemia di Covid 19.
A livello globale, si stima che 112 miliardi di giorni di istruzione siano stati persi complessivamente e che siano stati i bambini più poveri del mondo a essere colpiti in modo sproporzionato. Una nuova analisi, condotta a livello internazionale dall’Organizzazione sui dati di 194 Paesi e diverse regioni, mostra che i minori in America Latina, nei Caraibi e nell’Asia meridionale hanno perso quasi il triplo dell’istruzione dei coetanei dell’Europa occidentale.
«Quasi un anno dopo la dichiarazione ufficiale della pandemia globale, centinaia di milioni di bambini e adolescenti rimangono fuori dalla scuola. La più grande emergenza educativa della storia ha ampliato il divario tra i Paesi e all’interno dei Paesi stessi, come quello tra le famiglie più ricche e quelle più povere, tra i bambini che abitano nelle aree urbane e quelle rurali, tra i rifugiati o sfollati e le popolazioni ospitanti, tra i minori con disabilità e quelli senza. È necessario agire in modo strutturato e globale, per garantire che non siano i più piccoli a pagare il prezzo di questa pandemia», ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia.
L’analisi su alcuni capoluoghi evidenzia un’Italia a diverse velocità Anche in Italia Save the Children, ad un anno dal primo lockdown generale, ha analizzato i dati rispetto alla frequenza in presenza degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Senza voler essere esaustiva, l’analisi ha preso in considerazione 8 capoluoghi di provincia. Con l’obiettivo non di fare una classifica di merito, ma fotografare la situazione ad oggi, anche in vista di nuovi possibili provvedimenti di chiusura delle scuole, a fronte dell’aggravarsi della situazione sanitaria. Dall’analisi condotta emerge come gli studenti si siano trovati a frequentare i loro istituti scolastici anche per molto meno della metà dei giorni teoricamente previsti.
Nel corrente anno scolastico, da settembre 2020 a fine febbraio 2021, i bambini delle scuole dell’infanzia a Bari, per esempio, hanno potuto frequentare di persona 48 giorni sui 107 previsti, contro i loro coetanei… ( Save The Children / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/anno-perso-voce-ragazzi-didattica-distanza/c77f0a22-7b3d-11eb-a9cc-1eebe11a6a7c

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