«A rischio di sembrare ripetitiva, mi sento alleggerita da un peso». Parla Ada, la donna malata di Sla della provincia di Napoli che per prima in Campania, assieme a una 56enne anche lei colpita dalla malattia irreversibile, ha ottenuto il riconoscimento del diritto al suicidio assistito dalla sua Asl di riferimento (la Napoli 3 Sud).
La donna, 44enne, aveva deciso di esporsi in un video e in pubblico all’ultimo congresso dell’Associazione Luca Coscioni (parlando attraverso la sorella Celeste) per portare avanti la sua richiesta, rigettata in un primo momento. E nel frattempo in Parlamento si discute del testo di legge “Zanettin-Zullo” che l’associazione Coscioni chiede di ritirare: se entra in vigore, cambierà i criteri di accesso al suicidio assistito stabiliti dalla Corte costituzionale e «le persone come Ada torneranno a essere costrette a subire condizioni che Ada stessa definisce di “tortura” contro la loro volontà», dice l’associazione.
