In Israele, nonostante l’opposizione netta di una parte dell’esercito – e anche dei parenti degli ostaggi – il Gabinetto di guerra di Netanyahu ha dato il via libera poche ore fa al suo piano di occupazione non di tutta la Striscia, che già controlla quasi completamente, ma di Gaza City, la città più grande.
In una nota arrivata dopo oltre dieci ore di riunione, nonostante le proteste di migliaia di persone in tutto il paese e davanti all’ufficio di Netanyahu per chiedere la fine della guerra, si fa sapere che il piano si basa su cinque punti: Smantellamento del piano di Hamas, ritorno di tutti gli ostaggi , smilitarizzazione della Striscia di Gaza, controllo della Sicurezza da parte di Israele sulla Striscia e istituzione di una civile che non sia né di Hamas né dell’amministrazione palestinese.
Un alto funzionario israeliano ha precisato che l’obiettivo del piano è evacuare tutti i residenti della città di Gaza City verso i campi profughi centrali e in altre aree entro il prossimo 7 ottobre. Verrà imposto un assedio ai terroristi rimasti nella zona e nel frattempo l’esercito manovrerà nella città, ha detto. Il piano verrà convalidato dal Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni.
Durissimo il capo di stato maggiore Zamir da subito contrario."Non esiste una risposta umanitaria per il milione di persone che sposteremo a Gaza. Sarà tutto estremamente complesso. Propongo di rimuovere l’obiettivo del ritorno degli ostaggi tra gli obiettivi della guerra", ha detto il capo di stato maggiore Eyal Zamir, durante la riunione.
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