«Atelier Pellini non è l’ennesimo bistrot dalla proposta scandinava e veg ma l’eredità storica artistica di Eugenio e Eros, padre e figlio scultori radicati in una Milano tra la scapigliatura e le avanguardie del Novecento. Nel 1903 Eugenio, classe 1864, fa costruire una palazzina in Porta Romana dove poter allestire il suo laboratorio, qui si adopera a sperimentare i temi contemporanei dell’istruzione, dei volti malinconici e romantici di madri piangenti, bambini monelli e angeli dai tratti sempre più umanizzati. […] A oggi l’atelier vive di ricordi e ricerca, si respira ancora l’anima di Eros, come se fosse uscito a cercare ispirazione dimenticando il cappello sull’attaccapanni.»
📍 Un indirizzo poetico e fuori dal tempo, dove Milano racconta se stessa attraverso la scultura, la memoria e l’eredità artistica di una famiglia. Perfetto per chi ama i “Giretti sparsi” tra atelier dimenticati e storie scolpite nella pietra.
📰 L’articolo di Lorenzo Bises continua sul nostro quotidiano cartaceo di oggi e su ilgiorno.it
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