Distribuire pipe per fumare il crack ai tossicodipendenti per far diminuire la circolazione di infezioni. La sperimentazione avviata dal comune di Bologna suscita un vespaio di polemiche con i consiglieri di Fratelli d’Italia pronti a denunciare la giunta di centro sinistra per incitazione al consumo. Il progetto partito nel 2024 su una quarantina di consumatori abituali ha dato buoni esiti, fa sapere Palazzo d’Accursio, che per l’operazione ha investito 3500 euro per l’acquisto di trecento pipe. Chi lavora al progetto osserva le ricadute positive.
"Innanzitutto un miglioramento delle condizioni di salute ma il vero valore aggiunto è creare un legame con i consumatori che fanno una vita marginale e la distribuzione permette di creare relazioni e quando si crea consapevolezza le persone chiedono aiuto" dichiara l’assessore Matilde Madrid.
L’annuncio del passaggio alla fase attuativa è arrivato proprio quando la premier al meeting di Comunione e liberazione di Rimini proclamava: "la droga fa schifo", per poi andare in visita come ha sempre fatto anche prima che fosse premier alla comunità di recupero di San Patrignano. Indignato il vicepremier Salvini: "Pipe per il crack distribuite dal Comune di Bologna, a spese dei contribuenti? Questa è follia" scrive sui social. Critiche anche da Forza Italia: "Il comune di Bologna si mette a fare l’aiutante degli spacciatori" tuona Gasparri.
Eppure Bologna non è l’unico comune a fare i conti con il ritorno di spaccio e uso di droghe pesanti a cielo aperto. Di pochi giorni fa la denuncia del consumo di eroina in pieno giorno a Firenze, nel piazzale della stazione, a due passi dai monumenti rinascimentali affollati di turisti, come nei momenti più bui degli anni Ottanta.
La relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze ha evidenziato come nel 2024 per la prima volta il numero di persone morte per overdose da cocaina o crack ha superato il primato storico degli oppiacei.
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