“Un’ esplosione nel cuore della notte. Il fumo e la polvere hanno raggiunto il secondo piano e i vetri delle finestre sono finiti ovunque. Mai avuta una paura simile”. Lali Orbeladze abita al secondo piano della palazzina su via delle Azzorre, ad Ostia, dove alle due e mezza è esplosa una bomba che ha distrutto la palestra di pugilato al piano terra.
Un atto intimidatorio in stile mafioso il giorno dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza sull’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto anche come Diabolik, capo ultrà della Lazio che aveva tentato di diventare il re delle piazze di spaccio della Capitale.
Storie che sembrano intrecciarsi. Il proprietario della palestra, Kevin Di Napoli, che il 30 luglio del 2024 rimase ferito da colpi di pistola in seguito a una rapina a Napoli, fu anche lui coinvolto nell’indagine “Grande Raccordo Criminale” che riguardava l’assassinio dell’allora leader degli Irriducibili.
“Questa è una zona tranquilla. Non ci sono risse né disordini”, si interrogano i residenti del palazzo che ora osservano le schegge di vetro volate da tutte le parti e raccontano quell’esplosione che li ha scaraventati fuori dal letto.
“Ha tremato tutto. Ho sentito il materasso rimbalzare sotto di me. Sono corsa in cucina in una frazione di secondo e c’era fumo ovunque. All’inizio ho pensato che fosse esplosa un’auto, ma poi ho visto la serranda della palestra”. Sandra Gallarino è un’inquilina del secondo piano, ha passato la giornata a raccogliere frammenti di vetro dal corridoio insieme a Lali.