L’appuntamento è alle 16, l’orario in cui Lorenzo Bonicelli è libero dalle tante sessioni di terapie, dalle sedute con la psicologa. Poi sarà impegnato nelle procedure serali, allettamento, elettrostimolazione, cena e sonno. Mamma Vania e papà Simone mi accompagnano al primo piano dell’Unità Spinale Unipolare dell’Ospedale Niguarda diretta dal dott. Michele Spinelli. Il 23 luglio alle Universiadi di Essen il 23enne azzurro è caduto nel triplo salto mortale in uscita agli anelli. Il trauma distorsivo cervicale con sublussazione della quinta vertebra gli ha causato l’immobilità.
Lorenzo è spossato ma con occhi vispi. «Oggi ho lavorato tanto. Sono rimasto un atleta, è la mia indole, dico ai terapisti: fatemi lavorare, non tenetemi in gabbia. Il risultato è che mi hanno riempito il programma giornaliero, la sera torno in camera distrutto».
