Cos’è la GBU-57/B, la bomba che Trump ha usato contro l’Iran

di Furio Piccione

Cos’è la GBU-57/B, la bomba che Trump ha usato contro l’Iran

| lunedì 23 Giu 2025 - 10:04

Pesa quanto un autobus, quasi 14 tonnellate, e il suo esplosivo è compresso in un cilindro lungo 6 metri, con un diametro di 80 centimetri. Ma quello che è più difficile è immaginare come possa forare una montagna di cemento e granito e far esplodere ciò che si nasconde al di sotto senza intaccare la linea nucleare.
È la potentissima superbomba che si identifica con la sigla GBU-57/B, più conosciuta come Massive Ordnance Penetrator (MOP), una vera e propria spacca-bunker, unica in grado di distruggere bersagli nel profondo della terra e, anche se è ancora oggetto di discussione, di penetrare il cemento ad altissima resistenza sviluppato dall’Iran ed impiegato nella protezione del suo materiale nucleare.

Mentre il mondo si chiedeva se Trump l’avrebbe messa a disposizione di Israele, è stato lo stesso Presidente degli Stati Uniti a dichiarare, all’alba del 22 giugno, di averla utilizzata per colpire i siti nucleari di Fordow, Natanz, Isfahan. Sei i bombardieri stealth B-2 Spirit delle forze aeree americane ne avrebbero sganciate ben 12, secondo fonti americane, sul solo impianto di Fordow, quello incastonato nella montagna, che ha il materiale nucleare a una profondità notevole, un bunker impossibile da colpire per le altre armi convenzionali. Vi si conserverebbero migliaia delle centrifughe necessarie per l’arricchimento dell’uranio.

La MOP non esplode all’impatto, come tutte le altre bombe convenzionali, ma solo dopo essersi aperta il varco nel sottosuolo, aver distrutto le strutture in profondità e aver centrato l’obiettivo programmato.

Secondo l’Aeronautica statunitense, la GBU-57 può penetrare fino a 60 metri di terreno e bucare cemento armato fino a 18 metri di spessore. Su altro materiale eccezionalmente resistente, la capacità scende a pochi metri, comunque molti, se si paragona alle altre bombe convenzionali.
È la più potente in assoluto delle bombe non nucleari che gli Stati Uniti hanno iniziato a sviluppare dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003, con esemplari più piccoli, proprio per attaccare i bunker.

Nella scheda informativa dell’Air Force, è descritta come un sistema d’arma progettato per realizzare la difficile e complicata missione di colpire le armi di distruzione di massa collocate in strutture ben protette.

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