Covid, la Germania guarda al lockdown, appello a rimanere a casa

di Redazione

Covid, la Germania guarda al lockdown, appello a rimanere a casa

| venerdì 19 Nov 2021 - 18:04

Roma, 19 nov. (askanews) – Con quasi 53.000 (giovedì erano oltre 65.000) contagi e 201 decessi nelle ultime 24 ore, il ministro della Sanità tedesco, Jens Spahn non esclude nessuna ipotesi, nemmeno un nuovo lockdown in Germania. A una domanda sulle restrizioni decise nella vicina Austria, Spahn ha risposto:

"Siamo in una situazione in cui, in cui siamo di nuovo in prima pagina, ma non possiamo escludere nessuna ipotesi. La domanda è sapere se non dovremmo piuttosto evitare di ritrovarci in una simile situazione e di dover prendere simili decisioni", ha glissato Spahn.

La situazione, come avvertito in conferenza stampa la sera prima dalla cancelliera uscente Angela Merkel e dal suo aspirante successore, Olaf Scholz, è "davvero drammatica" e le restrizioni decise per i soli cittadini tedeschi "non vaccinati" – che con il tampone negativo possono solo andare al lavoro, ma non frequentare i luoghi dello svago, come ristoranti, bar, teatri e palestre – non bastano per fermare la quarta devastante ondata di coronavirus in Germania. L’appello del presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wieler:

"La regola del 2G (guarito o vaccinato) è importante, ma nell’attuale situazione, essa non basta più purtroppo. Dobbiamo ridurre in modo massiccio i contatti per rallentare la diffusione del virus. Ciò significa per esempio rimanere a casa il più possibile, annullare le grandi manifestazioni, ridurre il numero di persone nelle piccole manifestazioni, chiudere luoghi poco areati come bar e club".

Intanto il governatore della Baviera Markus Soeder ha cancellato i mercatini di Natale nel suo Land e annunciato un lockdown di 3 settimane a partire dal 23 novembre, che prevede bar e discoteche chiusi, ristoranti con chiusura alle 22 ed eventi culturali e sportivi con capienza del pubblico ridotta al 25%.

In Germania ha terminato il ciclo vaccinale il 67,9% della popolazione, secondo le cifre del RKI.

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