L’esecutivo ha appena dato una bella botta al regionalismo. Un po’ di sano centralismo, soprattutto in materia di Pnrr funziona
Il governo di centrodestra ha appena dato una bella botta al regionalismo. Con il via della Camera al decreto Sud, le cosiddette Zes del mezzogiorno, cioè queste Zone economiche speciali che si avvantaggiano di agevolazioni fiscali e di semplificazioni burocratiche, sono state tutte ridotte ad un’unica maxi Zes dell’intero Mezzogiorno che comprende ben otto regioni, cioè Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. E le ha messe in capo ad un’unica struttura presso Palazzo chigi. Allo stesso modo è stato accentrato il coordinamento dei fondi del Pnrr e di coesione e il governo si è tenuto un potere di sostituzione di quelle amministrazioni locali che non riuscissero a fare bene e presto soprattutto per i progetti di maggiore rilevanza europea. L’opposizione ha subito gridato allo scippo, al commissariamento delle Regioni del Sud, anche se bisogna dire che un po’ di sano centralismo, soprattutto in materia di Pnrr, funziona, forse è utile perché si tratta di soldi che vanno spesi bene e presto e di cui dobbiamo render conto all’Europa, e non sempre le Regioni meridionali in passato hanno dimostrato di saperlo fare. C’è però da chiedersi come mai lo stesso governo, mentre accentra al Sud decentra al Nord, cioè perché nel progetto di autonomia differenziata, invece, non esiste un’analoga clausola di salvaguardia nazionale per quei progetti che ormai sono anche di dimensioni transnazionali, come quelli sull’energia, e che ne avrebbero bisogno per assicurarsi l’efficacia dell’azione di governo. È una contraddizione, un ossequio alle posizioni della Lega, che rivela un doppio standard tra Nord e Sud e che può creare seri problemi. ( Antonio Polito / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/politica/dal-pnrr-all-autonomia-quel-rischio-un-doppio-standard-nord-sud/ce5ea8e0-7d59-11ee-8bbd-2076da079d53
