"L’impronta è lasciata da chi in quel momento sporgendosi sulla soglia della porta, senza scendere i gradini, si è appoggiato al muro facendo pressione sulla mano destra per non perdere l’equilibrio nel tentativo di chiudere la porta dopo aver spostato il corpo di Chiara Poggi".
Per la procura di Pavia quell’impronta sulla parete che conduce alla cantina dove Chiara è stata trovata senza vita, è la firma dell’assassino.
Firma, secondo i magistrati, perfettamente sovrapponibile a quella di Andrea Sempio, chiarito oggi dal procuratore Napoleone in questo comunicato: dall’esame dattiloscopico, quello sulle impronte digitali, con le nuove tecnologie emergono ora 15 perfette risultanze col palmo destro della sua mano. Per una normale identificazione ne bastano 12.
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