Delitto Nada Cella, gli audio con minacce e insulti inviati dall’indagata alla criminologa che…

di Furio Piccione

Delitto Nada Cella, gli audio con minacce e insulti inviati dall’indagata alla criminologa che…

| martedì 09 Nov 2021 - 17:29

Agli atti della nuova indagine i «vocali» che Annalucia Cecere, indagata per l’omicidio avvenuto 25 anni fa a Chiavari, ha inviato alla criminologa Antonella Pesce Delfino, grazie alla quale è stato riaperto il caso

Bastò un nome. Che non era quello della povera Nada Cella, o del commercialista Marco Soracco. Nel luglio del 2019, la studiosa di Criminologia Antonella Pesce Delfino
usò un sotterfugio per incontrare Annalucia Cecere. Le disse che era una ricercatrice incaricata di uno studio sull’abbandono scolastico dei docenti. Il colloquio, avvenuto nel giardino della casa di Cuneo dove abita la donna oggi indagata per l’omicidio di Nada Cella, forse il più famoso caso irrisolto della cronaca nera recente, andò bene. Fino al momento in cui Pesce Delfino nominò un ex fidanzato della Cecere. Il presunto proprietario della giacca alla quale potrebbe appartenere il bottone trovato sotto il corpo della ragazza. Venticinque anni fa, altri cinque bottoni uguali vennero ritrovati a casa della Cecere, a quell’epoca residente a Chiavari, la città dove è avvenuto il delitto. A sentirlo nominare, la donna cambiò atteggiamento, e cacciò in malo modo Pesce Delfino.I messaggi audioMa dal mese seguente, cominciò anche a chiamarla al telefono, mandandole centinaia di messaggi audio in cui la insultava in modo pesante. Una reazione che viene giudicata spropositata, anche dagli inquirenti, che hanno acquisito quei «vocali» inviati via Whatsapp agli atti della nuova indagine. Anche il vecchio motorino sequestrato nei giorni scorsi nel garage della casa di Cecere è frutto di uno spunto suggerito alla Procura da Pesce Delfino, che studiando le dodicimila pagine dei vecchi fascicoli ha scoperti molti elementi trascurati dagli inquirenti dell’epoca. Il racconto dei testimoniDue testimoni infatti avevano raccontato che la mattina del delitto, avvenuto il 6 maggio 1996 nello studio di via Marsala del commercialista Soracco, Cecere sia stata vista in motorino davanti allo studio dove è stata uccisa Nada. «Sembrava sconvolta» disse uno di loro. Lo stesso Soracco consegnò agli inquirenti un nastro della sua segreteria telefonica con la registrazione della telefonata di un’altra persona, che sosteneva di aver visto «fuggire a tutta velocità Annalucia Cecere da via Marsala». ( Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/delitto-nada-cella-audio-minacce-insulti-inviati-dall-indagata-criminologa-che-ha-fatto-riaprire-caso/f3714ea6-414e-11ec-a1e6-e21970a0d145

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