La prontezza, la consapevolezza dell’enorme rischio, il coraggio di lanciarsi tra le fiamme per salvare la vita di persone in pericolo. Il giorno dopo l’esplosione di un distributore di gpl a Roma, due agenti di polizia raccontano quegli istanti drammatici. I minuti in cui l’incendio, divampato probabilmente per il guasto di un mezzo durante lo scarico del carburante, ha innescato due esplosioni che li hanno investiti in pieno.
L’agente Francesco D’Onofrio e il vice ispettore Marco Neri parlano dal letto dell’ospedale, al Policlinico Umberto Primo, dove sono ricoverati per le ustioni. Raccontano di essere stati consci del grave rischio, ma anche di non essersi tirati indietro quando hanno appreso che in quel distributore di via dei Gordiani c’erano ancora persone da evacuare.
Sarà l’inchiesta avviata dalla procura di Roma – l’ipotesi è di lesioni e disastro colposo – a fare luce sulle cause. La spiegazione data dai vigili del fuoco, per il momento, è che ci sia stato un surriscaldamento della cisterna che ha dato vita ad un’espansione del gas all’interno e generato a sua volta una grande palla di fuoco. Solo la prontezza dell’intervento dei soccorsi ha evitato che esplodesse anche la cisterna principale, con effetti che avrebbero potuto essere ben più devastanti.
Stamattina (sabato 5 luglio) sul posto i vigili del fuoco hanno spento un nuovo focolaio. Il bilancio finale è di 50 feriti; una ventina sono soccorritori. Ci sono due persone in condizioni gravi ma stabili.
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