Falsi Spid per riscuotere il Bonus Cultura al posto dei neomaggiorenni aventi diritto. È il cuore del sofisticato raggiro scoperto dalla polizia di Stato che ha eseguito dieci perquisizioni e denunciato altrettante persone gravemente indiziate, a vario titolo, di frode informatica, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio dei proventi illecitamente percepiti.
Le indagini, condotte dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica toscana, hanno preso il via nell’estate di due anni fa, a seguito di 70 denunce presentate da altrettanti neodiciottenni che si erano visti scippare la card elettronica del valore di 500 euro da utilizzare per l’acquisto di libri, dischi, corsi di lingua, biglietti di concerti, musei, mostre e spettacoli teatrali. Il modus operandi dei criminali consisteva nel sottrarre ai giovani l’importo disponibile in quel momento nel portafoglio del Bonus Cultura mediante l’illecita attivazione di Spid «paralleli» presso Registration Authorities gestite dagli stessi malfattori. Accedendo alla piattaforma in sostituzione degli aventi diritto, realizzavano il voucher del Bonus Cultura, utilizzandolo poi presso negozi da loro gestiti ed emettendo fatture elettroniche false per ottenere dal ministero della Cultura rimborsi a fronte di beni e servizi di fatto mai venduti.
Le indagini della polizia postale di Firenze, estese a tutto il territorio nazionale, hanno consentito di rilevare oltre 2.500 Spid irregolari utilizzati per emettere circa 2.000 voucher Bonus Cultura validati da 7 esercenti fittizi dislocati in diverse regioni italiane. Gli accertamenti dei poliziotti cibernetici hanno consentito al ministero della Cultura di sospendere prontamente, in via cautelare, i rimborsi illecitamente richiesti, impedendo così un aggravio del danno economico già subìto dal dicastero, quantificabile in circa 400mila euro.
#tgla7 #shorts