Fine vita, il ddl comincia l’iter in Parlamento: cosa prevede

di Furio Piccione

Fine vita, il ddl comincia l’iter in Parlamento: cosa prevede

| mercoledì 02 Lug 2025 - 17:31

Il disegno di legge proposto ieri, primo luglio, dai relatori di maggioranza Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Ignazio Zullo (Fratelli d’Italia) nel comitato ristretto del Senato, è stato adottato come testo base da cui partirà l’esame a Palazzo Madama. Ai voti delle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali, il ddl ha avuto l’ok in blocco del centrodestra, contrarie invece tutte le opposizioni. Le commissioni hanno inoltre stabilito che sarà possibile presentare emendamenti al testo fino all’8 luglio. Il provvedimento è atteso in Aula il 17 luglio, a meno di ulteriori slittamenti.

La proposta non introduce una legalizzazione generalizzata dell’eutanasia ma stabilisce con precisione i limiti entro cui una persona affetta da gravi patologie può legittimamente richiedere di porre fine alle proprie sofferenze, senza che ciò costituisca reato per chi la assiste. Viene infatti aggiunto un nuovo comma al Codice penale (art. 580, comma 2-bis), che esclude la punibilità di chi agevola la decisione di morte di un paziente che si trovi in specifiche condizioni cliniche, a condizione che la volontà sia libera, consapevole e accertata da un apposito Comitato Nazionale di valutazione. Questo comitato ha il compito di verificare il rispetto dei requisiti stabiliti dalla Corte costituzionale.

Il disegno di legge nello specifico afferma che non è punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di fine vita formatosi in modo libero, autonomo e consapevole, di una persona maggiorenne, inserita nel percorso di cure palliative, tenuta in vita da trattamenti sostitutivi di funzioni vitali e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche intollerabili, ma pienamente capace di intendere e di volere. Il testo prevede infatti la costituzione di un apposito comitato che dovrà esaminare le richieste sul fine vita entro 60 giorni dalla domanda, prorogabili di altri 30 in caso di richiesta dei pareri di esperti.

Il principale motivo del no da parte delle opposizioni è il fatto che il ddl esclude il coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale per quanto riguarda il personale in servizio, le strumentazioni e i farmaci.

#tgla7

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