"Il clero e le suore hanno deciso di rimanere e continuare a prendersi cura di tutti coloro che saranno nei complessi". Con queste parole il patriarca di Gerusalemme dei Latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, e quello dei greco ortodossi, Teofilo III, annunciano in una nota congiunta che non lasceranno Gaza dopo la decisione di Israele di occupare la Striscia.
"Lasciare Gaza e cercare di fuggire verso sud sarebbe una condanna a morte" aggiungono i due, ribadendo che "non può esserci futuro basato sulla prigionia, sullo sfollamento dei palestinesi o sulla vendetta. Non c’è motivo di giustificare lo sfollamento di massa deliberato e forzato di civili".
Dallo scoppio della guerra – afferma la nota di Pizzaballa e Teofilo III – il complesso greco-ortodosso di San Porfirio e il complesso della Sacra Famiglia sono stati rifugio per centinaia di civili. Tra loro ci sono anziani, donne e bambini. Nel complesso latino ospitiamo da molti anni persone con disabilità, affidate alle cure delle Suore Missionarie della Carità. Come altri residenti di Gaza City, i rifugiati che vivono nelle strutture dovranno decidere secondo coscienza cosa fare. Tra coloro che hanno cercato rifugio tra le mura dei complessi, molti sono indeboliti e malnutriti a causa delle difficoltà degli ultimi mesi. “Lasciare Gaza City e cercare di fuggire verso sud sarebbe una condanna a morte”. Per questo, spiegano, il clero e le suore hanno deciso di rimanere.
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