Dietro al video che ha ripreso il momento esatto dello schianto del Boeing 787-8 Dreamliner di Air India – lo scorso 12 giugno è precipitato circa 30 secondi dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad (India) e ha causato la morte di 290 persone – e che ha fatto il giro di tutto il mondo, c’è un ragazzo di 17 anni con la passione per gli aerei: Aryan Asari. A raccontare la sua storia è la BBC, attraverso le parole del padre. La settimana scorsa Aryan ha sentito il rumore dell’aereo in partenza ed è uscito sul balcone di casa a vedere, come faceva ogni volta che ne udiva uno.
Il padre di Aryan ha raccontato che gli aerei sono una sua passione, dal rumore dei motori fino alla scia che lasciano in cielo al loro passaggio. Quella dove si trovava il ragazzo non è la sua casa. Solitamente abita con la madre e i fratelli in un villaggio al confine tra Gujarat e Rajasthan, ma per la prima volta si trovava ad Ahmedabad, dove vive il padre. Spesso l’uomo ha raccontato a suo figlio al telefono che dalla sua terrazza si vedevano centinaia di aerei al giorno decollare. Non stupisce, quindi, immaginarlo correre fuori al suono dei motori avviati del Boeing 787-8 Dreamliner di Air India. «Ho visto l’aereo. Tremava, andava giù e ancora giù. Poi ha vacillato e si è schiantato proprio davanti ai miei occhi», ha raccontato Aryan, intervistato dalla BBC.
Il 17enne, ancora scioccato dall’avvenimento, ha inconsapevolmente catturato un momento fondamentale dell’incidente, tanto che il video è stato acquisito dagli investigatore come elemento di indizio utile a ricostruire la dinamica e determinare le cause dello schianto. Il filmato ha fatto anche il giro del mondo sui social network e molti piloti ed esperti hanno fatto teorie proprio da quel contenuto. Questo ha portato a una sovraesposizione mediatica anche di Aryan stesso. «Siamo stati sommersi da richieste di interviste. I giornalisti hanno girato intorno alla nostra casa giorno e notte chiedendo di parlare con lui — ha rivelato il padre alla BBC —. È così traumatizzato da ciò che ha visto e spaventato che ha smesso di usare il telefono».