"Siamo scappati subito nei rifugi perché c’è stato un allarme forte. Il rifugio si trova molti metri sotto terra. Siamo in tanti qui, ci sono delegazioni da tutto il mondo. Brasile, Colombia, Europa, Cina, India, Australia, Stati Uniti, Canada, Arabi, Ebrei, c’è tutto il mondo qui. Tutto il mondo che non vuole la guerra". Poche parole, quelle che Antonello Sannino, bloccato a Tel Aviv, durante l’attacco missilistico dell’Iran a Israele, riesce a dire. A parlare sono soprattutto le immagini. Lui e le persone che hanno dovuto raggiungere velocemente il bunker, corrono per le scale: a guidarli è la paura.
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