La pugile algerina ha sconfitto in semifinale la thailandese Suwannapheg ed è subito partita la festa fuori dal Roland Garros di Parigi dove si è disputato l’incontro. Khelif è diventata il simbolo di queste Olimpiadi per la campagna d’odio e di fake news di cui è stata vittima: per il livello di testosterone è stata accusata dai detrattori di essere un uomo, mentre il Comitato olimpico l’aveva ritenuta idonea alla competizione, smentendo tutte le illazioni.
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