Invisibili e senza diritti: le storie dei figli dei braccianti in condizioni di schiavitù

di Furio Piccione

Invisibili e senza diritti: le storie dei figli dei braccianti in condizioni di schiavitù

| venerdì 28 Lug 2023 - 23:59

Nel rapporto di Save the Children le storie di ragazze e ragazzi, spesso minorenni, costretti a condividere con i genitori i turni massacranti nei campi agricoli tra Latina e Ragusa

S. ha 14 anni ma ha iniziato a lavorare a 13: capita che a scuola si addormenti sul banco per la stanchezza accumulata a impacchettare ortaggi e spargere antiparassitari. Fa parte degli «invisibili» per i quali è a rischio l’accesso all’istruzione e alle cure sanitarie: sono i figli dei genitori sfruttati nel lavoro agricolo. Vittime, fin dalla nascita, di una violazione normalizzata dei loro diritti. Sono di origine straniera e le loro storie sono raccolte nel rapporto «Piccoli schiavi invisibili» diffuso da Save the Children in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani che ricorre il prossimo 30 luglio.
Gli invisibili trascorrono l’infanzia in alloggi di fortuna nei terreni agricoli, ma per l’anagrafe non esistono. Si concentrano maggiormente tra Latina e Ragusa, distretti strategici per l’agroalimentare italiano. Terre fertili che consentono la coltivazione intensiva, quindi avide di manodopera anche per la raccolta e l’imballaggio dei prodotti agricoli. Non a caso è in queste due aree che sono nati i due mercati ortofrutticoli più importanti del Paese, il Mof – Centro agroalimentare all’ingrosso di Fondi e L’Ortomercato di Vittoria.

«Maestra, papà è morto di lavoro», ha detto con grande lucidità G., 9 anni, dopo che il padre è stato stroncato a 40 anni da un infarto mentre lavorava nei campi. I lunghi orari di lavoro dei genitori, l’assenza di mediazione linguistica e di asili e scuole di prossimità costringono i piccoli a restare da soli chiusi in casa o seguire la mamma e il papà al lavoro.
Molto spesso questo si traduce in un coinvolgimento diretto dei minori nello sfruttamento lavorativo, già a partire dai 12-13 anni, con paghe che si aggirano intorno ai 20-30 euro al giorno. Si può trattare di un lavoro a tempo pieno o, più spesso, limitato al tempo extra-scolastico quotidiano o estivo. Così diventa difficile fare i compiti e si arriva in ritardo alle scuole superiori, a 16 o 17 anni. «Lo sanno tutti che siamo minorenni – racconta S. – In magazzino ci portano quello che raccolgono nelle serre, abbiamo tipo delle vaschette, le mettiamo sopra alla bilancia e pesiamo i pomodori. Ogni vaschetta non deve essere più di 520/530 grammi».
Storie che si intrecciano con i dati allarmanti sul lavoro minorile diffusi recentemente da Save the Children: in Italia si stima che tra i 14-15enni che lavorano, il 27,8% (circa 58.000 minorenni) abbia svolto lavori particolarmente dannosi per il proprio sviluppo educativo e per il benessere psicofisico. Tra i minorenni intervistati che hanno dichiarato di aver avuto esperienze lavorative, il 9,1% è impiegato in attività in campagna.

La barriera della… ( a cura di Mariano Sisto / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/invisibili-senza-diritti-storie-figli-braccianti-condizioni-schiavitu/57e69ac2-2cb1-11ee-af49-98c477f348ce

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