Centinaia di manifestanti con catene alle mani si sono radunati giovedì nei pressi dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, mentre il Gabinetto di Sicurezza israeliano si riuniva per discutere una possibile espansione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Una mossa che incontrerebbe forte opposizione a livello internazionale e all’interno di Israele, comprese le famiglie degli ostaggi detenuti da Hamas. Simili proteste si sono tenute a Tel Aviv, dove i manifestanti sono stati dispersi dalla polizia con gli idranti e le autorità hanno arrestato almeno 10 persone.
"Hai fallito, il mio Matan è ancora là", accusa Anat Angrest, madre dell’ostaggio, che rimprovera Netanyahu di non aver ancora "messo sul tavolo un accordo complessivo per riportare tutti e 50 a casa insieme".
Una protesta simile si è svolta a Tel Aviv sempre giovedì, dove manifestanti con bandiere e foto degli ostaggi si sono radunati intorno a pneumatici in fiamme.
Il Times of Israel riporta come la polizia abbia utilizzato gli idranti per disperdere i manifestanti antigovernativi su Begin Road a Tel Aviv, mentre Haaretz scrive che sono state arrestate 10 persone.
Intanto i dimostranti hanno bloccato le corsie in direzione sud dell’autostrada Ayalon a Tel Aviv, chiedendo al governo di raggiungere un accordo per porre fine alla guerra e liberare gli ostaggi detenuti a Gaza.
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