Alle 21.46 di ieri sera, 7 dicembre, al termine del quarto e ultimo atto della prima di “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitrij Šostakovič, che ha inaugurato la stagione lirica 2025/26 del Teatro alla Scala, sono scattati immediatamente gli applausi. Nessun fischio dalla platea, dai palchi o dal loggione: un trionfo. Il pubblico ha applaudito per undici minuti, con ovazioni per tutti e un entusiasmo particolarmente caloroso per il maestro Riccardo Chailly, autore di una direzione magistrale in quella che è la sua ultima Prima al Piermarini, e per il regista Vasily Barkhatov.
Dopo i 12 minuti de La forza del destino (2024), i 13 di Don Carlo (2023) e quelli analoghi di Boris Godunov (2022), la serata entra nel mosaico delle Prime più applaudite con convinzione dal pubblico scaligero. Il record più recente resta quello di Tosca (2019), con 16 minuti di applausi.
A catalizzare l’attenzione è stato soprattutto il titolo scelto per questa inaugurazione: Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, opera moderna e cruda – Šostakovič la compose nel 1934 e subì in seguito le critiche durissime di Stalin, che abbandonò indignato una recita nel 1936. La regia di Barkhatov presenta scene, previste dal libretto, di violenza e stupro, tanto che il teatro ha inserito un avviso sui tablet dei sottotitoli per informare il pubblico.
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