La messa di Natale sarà celebrata al carcere di Sollicciano: «Un segno di vicinanza e denuncia, non lasciamoli soli»
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La denuncia di problemi legati all’overtourism, allo spopolamento del centro storico, e la decisione di celebrare la messa di Natale nel carcere di Sollicciano come «segno di vicinanza e denuncia».
L’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, nel tradizionale incontro per gli auguri di Natale alle città e ai media, non ha parlato solo di chiesa. «Cosa è migliorato e cosa peggiorato dallo scorso incontro di Natale? È migliorata la sinergia con le istituzioni per l’accoglienza e l’integrazione. Ma mi preoccupa l’overtourism, a volte la nostra città è invasa. Servono politiche culturali per far capire al visitatore che non è in un museo. Mi preoccupa perché la presenza così massiccia di turisti fa anche aumentare i prezzi e per i giovani e gli studenti diventa difficile vivere e studiare nella nostra bella città. Dobbiamo vigiliate perché se il centro storico non è popolato da fiorentini ciò diminuisce l’attrattivita e la bellezza della nostra città. Vedo con tristezza l’ emorragia di fiorentini dal centro storico». E il 25 mattina l’arcivescovo, ex cappellano del carcere, sarà a Sollicciano: «È un segnale di vicinanza e di denuncia, le luci vanno tenute accese su questa realtà. È un segno verso persone dimenticate, con tanta sofferenza, basta pensare ai tanti suicidi. Se c’è il 75 per cento di recidiva significa che le le cose non funzionano, che bisogna ripensare tutto. Non basta demolire e ricostruire, occorre ripensare il carcere. Serve sostegno per una rieducazione degna. Si pensa di risolvere il problema sicurezza chiudendo le perdona in un luogo di reclusione ma poi si vede che così non è».
