La vicenda delle scritte nei bagni maschili del liceo Giulio Cesare di Roma sono analfabeti emotivi
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Venerdì scorso è stata scoperta, nei bagni maschili del liceo Giulio Cesare di Roma, una lista di ragazze da stuprare, con tanto di nomi e cognomi. Scritta in rosso sulle mattonelle bianche. È seguito un putiferio, che non è ancora finito. Dirigenti scolastici, docenti, genitori, politici e commentatori hanno parlato di scempio morale, gesto ignobile, comportamento inqualificabile. Il ministro dell’istruzione Valditara lo ha definito "un fatto grave che va punito duramente".Possiamo aggiungere un’opinione, davanti a questa immagine? Gli autori di questa scritta sono analfabeti emotivi. Nessuno – non la famiglia, non la scuola, non gli amici – gli ha insegnato a condividere le sensazioni, capire gli atteggiamenti, leggere le situazioni e l’ambiente in cui si muovono. Nascondono la propria debolezza in questo modo, perché hanno paura. Le piastrelle di un bagno non ti giudicano; gli occhi delle tue compagne di scuole, sì. Molti ragazzi, oggi, sono fragili e spaventati, e si difendono con la spavalderia, l’arroganza e l’esibizionismo. Discutere un libro come questo in classe potrebbe servire: "Il maschio fragile – Perché le nuove generazioni sono così vulnerabili". Parlare e aprirsi è sempre utile. Ed è più facile farlo a scuola, con i coetanei. Ma, come sappiamo, l’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva a scuola incontra resistenze. Troppe famiglie, sobillate dalla politica, credono sia un modo di insinuare dubbi e introdurre teorie di genere. È una sciocchezza. Se in un sentiero c’è una buca, la aggiriamo. Non ci chiudiamo in casa rinunciando a camminare.
