Giorgia Meloni torna al Meeting di Rimini, ma per la prima volta parla da premier. L’ultima volta era stata al convegno di Comunione e Liberazione nel 2022, in piena campagna elettorale in vista delle politiche. L’intervento di Meloni è stato introdotto dal presedente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz, ed è stato accolto da un lungo applauso.
Protagonisti i temi di politica estera, con un accento posto sui conflitti in corso e sull’impegno per la pace.
Quanto all’Ucraina "la proposta italiana" del modello art.5 della Nato per le garanzie di sicurezza di Kiev è "la principale sul tavolo" ha rivendicato Meloni, "un possibile contributo alla pace che la nostra nazione ha fornito penso che dobbiamo esserne fieri".
Ma è sul conflitto mediorientale che la premier ha voluto prendere posizione. "Non abbiamo esitato un solo minuto – ha detto – a sostenere il diritto all’autodifesa di Israele dopo l’orrore del 7 ottobre ma allo stesso tempo non possiamo tacere ora di fronte a una reazione che è andata oltre il principio di proporzionalità mietendo troppe vittime innocenti arrivando a coinvolgere anche le comunità cristiane".
"Da nazione amica di Israele e del popolo ebraico chiediamo di fare tutte le pressioni su Hamas perchè rilasci gli ostaggi e chiediamo a Israele di cessare gli attacchi e le occupazioni".
"Siamo – ha inoltre aggiunto, ringraziando espressamente il vicepremier Antonio Tajani – la nazione europea che si è adoperata di più sul fronte umanitario. Siamo il primo Paese non musulmano per evacuazioni sanitarie da Gaza. Rivendichiamo il ruolo ricoperto dall’Italia in questa crisi. C’è chi scrive le mozioni e chi salva bambini io sono fiera di fare parte dei secondi".
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