Parla di menzogna – la prima che prova a decostruire nel suo discorso – il premier e lo fa anche successivamente, quando nega che a Gaza la popolazione stia morendo di fame: “È la moda del momento, la bugia del momento”, dice, “Abbiamo fornito loro 1,8 milioni di tonnellate, 1,8 milioni di tonnellate di cibo e aiuti… Non c’è stata affatto una carestia di massa”.
Dall’altra, però, ci sono i tre mesi di chiusura dei confini israeliani che hanno spinto Gaza sull’orlo della fame e della disperazione. Il primo giorno di distribuzione degli aiuti umanitari si è rivelato, infatti, un vero e proprio caos.
Centinaia di palestinesi hanno camminato per quasi 10 chilometri sotto il sole, per raggiungere un nuovo sito di distribuzione del cibo sostenuto da Israele e dagli Stati Uniti a Rafah. Si è creata una calca enorme tra le persone che cercavano di ottenere qualcosa da mangiare e sono stati sparati anche dei colpi: l’esercito israeliano ha smentito di aver aperto il fuoco.
In quella circostanza, secondo quanto ha fatto sapere il ministero della Sanità di Gaza, un palestinese è stato ucciso e 48 sono stati, invece, feriti.
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