L’ospedale del Mare di Napoli, costato quasi 400 milioni di euro, doveva essere il fiore all’occhiello della sanità campana, ma i fatti ci parlano di una continua crisi. L’emergenza legata al personale, recentemente sottolineata dalla necessità di spostare personale di altri reparti per poter riaprire il reparto Covid, ha raggiunto un livello di emergenza. "Ci meravigliamo che medici e infermieri si dimettono e vanno via, qui siamo ancora senza un responsabile del Pronto Soccorso, con i medici di altri reparti che coprono le falle" spiega a Fanpage.it Michele Flores della USB Sanità Nazionale. "L’emergenza personale è strutturale, per riaprire il reparto Covid hanno preso personale da altri reparti, questo significa che i lavoratori per coprire le turnazioni, in reparto invece di starci 7 ore rischiano di starci 10,12, 13 ore". La struttura ha visto l’abbandono di diversi primari negli ultimi mesi e, paradossalmente, invece di nuove assunzioni sono arrivati nuovi tagli al personale come i 75 OSS esteri licenziati a ottobre. "Chi denuncia come i nostri iscritti, viene spostato nei reparti più faticosi, la Asl Napoli 1 ci ha querelato perché abbiamo denunciato la carenza di monitor in pronto soccorso per prendere i valori vitali dei pazienti, ma dopo qualche settimana sono arrivati i monitor" spiega Flores. "Poi c’è ancora una voragine dallo scorso anno che non ha fatto funzionare l’aria condizionata in estate, abbiamo avuto un blocco del sistema informatico per 4 giorni con pazienti ricoverati con un foglio scritto a mano sul lettino, i prefabbricati per il Covid lasciati vuoti mentre si chiudono convenzioni con la sanità privata, c’è bisogno di un intervento a 360 gradi" conclude la sindacalista.
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