L’aula di Palazzo Madama ha dato il via libera alla riforma sulla Giustizia, con 112 voti favorevoli, (Fdi, Fi, Lega e alleati) , 59 contrari (Pd, M5S e Avs) e 9 astensioni (di cui oltre sette di Italia Viva). Era l’ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione, per l’approvazione della riforma che contiene anche la separazione delle carriere nella magistratura. Ora manca il referendum confermativo, che sarà in primavera. Il centrodestra si sta già organizzando.
Finisce con una manifestazione di piazza di Forza Italia in nome di Berlusconi il via libera definitivo alla riforma costituzionale della giustizia, la separazione delle carriere di Pm e giudici, i due Csm a sorteggio, l’Alta Corte disciplinare.
Festeggiano anche gli alleati di maggioranza, con parole d’ordine non proprio sovrapponibili ma già proiettate sul referendum che sarà. "Una vittoria dedicata alla democrazia" sposta il tiro dal cavaliere il ministro Nordio.
Accolto poco prima da saluti e abbracci al momento del disco verde alla riforma con 112 favorevoli 59 contrari e nove astenuti, tra gli applausi del centrodestra da una parte e i cartelli sventolati dalle opposizioni dall’altra.
Giorgia Meloni plaude a distanza con un post all’approvazione della riforma – traguardo storico, governo e parlamento hanno fatto la loro parte ora la parola passera ai cittadini – che in aula Forza Italia si era ampiamente intestata.
"Parlo dal seggio che e stato del nostro rimpianto presidente Silvio Berlusconi che per tutta la carriera politica si è battuto contro la giustizia ingiusta" dice Zanettin di Forza Italia.
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