Ha letto che cosa scrive di lei Carlotta Vagnoli? Non ha gradito che lei abbia pubblicato per prima il contenuto della chat «Fascistella», dice che Selvaggia Lucarelli è una fascista perché «usa metodi illeciti per punire i nemici a mezzo stampa».
«Vorrei ricordare che esiste un interesse giornalistico per la pubblicazione di quel materiale. E l’interesse sta nel denunciare la totale incoerenza fra l’immagine pubblica che queste persone hanno costruito di loro stesse, e la negazione di quell’immagine appena si chiude il sipario pubblico. Quando c’è da confrontarsi con un pensiero critico la loro risposta è la macchina del fango. Proprio la Vagnoli, per fare un esempio: è sempre andata fiera delle possibili conseguenze delle sue lotte. Sosteneva che le cose vanno dette, accada quel che accada a livello legale. E poi scopro che cercava di creare un account all’estero per organizzare call out in forma anonima».
Il call out, cioè la gogna digitale per punire i «nemici» con «una morte sociale, pubblica e lavorativa», come dicono loro. L’hanno usato anche contro di lei?
«Io so che dopo il call out contro Serena Mazzini ne è partito uno contro di me, con un’altra femminista loro amica. Mi accusavano di bullismo e non so che altro. Hanno provato a coinvolgere anche vari nomi del giornalismo, ma si è spento tutto in fretta perché non c’era materia per reggere nessuna accusa».
