Liliana Resinovich è stata raggiunta boschetto di San Giovanni dal marito Sebastiano Visintin che l’ha aggredita e uccisa il giorno stesso della sua scomparsa. La ricostruzione, a tre anni e mezzo dalla morte della donna, emerge dalle pagine di una richiesta di incidente probatorio depositata il 21 maggio scorso per ascoltare Claudio Sterpin, l’uomo di 86 anni con cui Liliana aveva un’assidua frequentazione e secondo il quale i due progettavano una vita insieme.
In base alla tesi della procura il 14 dicembre del 2021 Visintin avrebbe intercettato la donna subito dopo Piazzale Gioberti, dopo l’ultima immagine che l’ha ritratta in vita ripresa dalla telecamera di un autobus, l’avrebbe seguita nel parco dell’ex ospedale psichiatrico dove l’avrebbe aggredita afferrandola e picchiandola per poi soffocarla. Il corpo verrà trovato il 5 gennaio del 2022 chiuso all’interno di due sacchi della spazzatura senza apparenti segni di violenza. All’epoca la Procura aveva sposato la tesi del suicidio, messa in discussione dalla superperizia dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo dalla quale è emerso che la donna fu uccisa per soffocazione esterna diretta. La famiglia di Liliana e Sterpin non hanno mai creduto alla tesi del suicidio. Nessun commento per ora da parte di Visintin, già indagato per omicidio, né dei suoi legali.
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