Mentre le forze militari russe sperimentano nuove armi nucleari (prima il missile da crociera a propulsione nucleare, Burevestnik, e poi il drone subacqueo in grado di trasportare testate atomiche, Poseidon), gli Stati Uniti rispondono.
Trump nelle scorse ore, poco prima dell’incontro con Xi Jinping, ha annunciato di aver chiesto al Pentagono di riprendere i test nucleari. "Dal momento che altri Paesi hanno programmi per testare (le armi), ho dato istruzioni al dipartimento della Guerra (ovvero il Pentgono ndr) perché testino le nostre armi nucleari su eguali basi. Questo processo inizierà immediatamente" ha scritto in un post su Truth.
La notizia fa scalpore e offusca l’importante incontro tra Xi Jinping e Donald Trump in Corea del Sud.
È dal 1992 che gli Stati Uniti rispettano la moratoria sui test nucleari.
Alla notizia rispondono immediatamente sia la Russia che la Cina. Pechino esorta gli Stati Uniti a "rispettare scrupolosamente" il trattato sulla messa al bando globale dei test nucleari adottato nel 1996. Il Cremlino avverte: "Se qualche Paese dovesse ritirarsi dalla moratoria sui test nucleari, la Russia agirà di conseguenza".
Non è un caso che Trump abbia mandato questo messaggio proprio ora. Fra pochi mesi, a febbraio 2026, scadrà l’unico trattato bilaterale per il controllo delle armi ancora in vigore tra Stati Uniti e Russia. Un accordo che pone delle soglie numeriche: il limite di1550 armi nucleari pronte all’uso.
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