Il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin sulla guerra in Ucraina si terrà, probabilmente già nei prossimi giorni. Dopo il via libera del Cremlino, che nelle ultime ore ha ricevuto l’inviato statunitense Steve Witkoff, si avvicina un possibile momento di svolta per il conflitto. Ma due protagonisti rischiano di restare alla porta: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’Unione europea.
Casa Bianca e Cremlino sono al lavoro per organizzare il faccia a faccia che si terrà, con ogni probabilità, negli Emirati Arabi Uniti. Il Corriere scrive di un’offerta – avvenuta con discrezione – del Vaticano come sede di mediazione. Ma l’opzione Abu Dhabi prende quota.
Le relazioni fra Usa e Russia hanno avuto una brusca battuta d’arresto nel 2021, pochi mesi dopo l’aggressione a Kiev, scattata il 24 febbraio 2022. L’ultimo incontro fra Putin e Biden – all’epoca presidente Usa – risale a giugno di quell’anno. Trump e lo zar invece non si stringono la mano dal 2019, quando si videro in Giappone.
E sembra che sul tavolo del loro prossimo incontro, forse già la settimana prossima, ci sarà un cessate il fuoco – non un accordo di pace. Le condizioni, secondo quanto trapelato dopo la missione di Witkoff, sarebbero vantaggiose per il Cremlino, che incasserebbe il riconoscimento della Crimea e di parte del Donbass come regioni russe, la revoca delle sanzioni e una cooperazione sull’energia. Kiev potrebbe recuperare il controllo di Kherson e Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa, oggi in mano russa. Non sarebbe del tutto preclusa la possibilità di una futura adesione alla Nato, anche per non interrompere il flusso delle armi dagli alleati a Kiev.
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