Il vertice della Nato all’Aja, con i rappresentanti dei 32 paesi dell’Alleanza Atlantica, ma anche con l’arrivo del presidente ucraino Zelensky, entra oggi nel vivo. Al centro l’approvazione del più imponente aumento delle spese militari dalla fine della ugerra fredda, come richiesto dal presidente Usa e come perorato dal segretario generale Mark Rutte. Si dovrebbe raggiungere il 3,5% del Pil in spese militari vere e proprie (armi e militari) nell’arco di 10 anni, e l’1,5% in spese per la sicurezza. Unica controcorrente è la Spagna, che promette di arrivare al massimo al 2,1%. L’Italia si adegua, Giorgia Meloni chiede solo una verifica ogni 4 anni.
"I politici devono prendere delle scelte (con bilanci in sofferenza), devono trovare i soldi e questo non è facile. Ma sono certo che ci arriveremo" ha detto Rutte aprendo il vertice questa mattina, negando, allo stesso tempo, che il nodo della Spagna sarà un problema. "I miei colleghi al tavolo delle trattative sono assolutamente convinti che, date le minacce dei russi e la situazione della sicurezza internazionale, non ci sia alternativa".
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