Gli operai della Whirlpool di Napoli lottano da 2 anni per la difesa del posto di lavoro. Sono 340 che rischiano di finire per strada. Dopo che la multinazionale americana poche settimane fa ha comunicato l’avvio della procedura di licenziamento, gli operai hanno iniziato una mobilitazione serrata, con blocchi dell’autostrada, della stazione di Napoli centrale e del porto di Napoli: "L’immobilismo del governo ha bisogno di una sollecitazione – spiega a Fanpage.it Vincenzo Accurso operaio della Whirlpool e delegato sindacale – l’azienda non rispetta nessun accordo, nemmeno l’ultimo che prevedeva 13 settimane di cassa integrazione per sostenere la crisi. Lo Stato è incapace di opporsi alle multinazionali". "Sta chiudendo un’azienda che non è in crisi – sottolinea Italia Orofino, operaia – se si permette di chiudere alle aziende che non sono in crisi allora non c’è futuro in questo paese, che facciamo? Andiamo tutti all’estero?". Gli operai della Whirlpool sono diventati un simbolo di resistenza nella crisi che sta vivendo il nostro paese aggravata dalla pandemia sanitaria. "Perdere il lavoro al Sud non è come perdere il lavoro in qualsiasi altro posto del paese" spiega Italia. "La zona dove sorge la fabbrica un tempo era florida – spiega Accurso – oggi ci sono solo cattedrali nel deserto, e se va via il lavoro sappiamo come agisce e dove agisce la camorra".
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