Qual’è il vaccino più efficace?

di Redazione

Qual’è il vaccino più efficace?

| sabato 06 Mar 2021 - 20:06

In questo articolo abbiamo raccolto da diverse fonti le informazioni sulle caratteristiche e sull’efficacia dei vaccini fino ad oggi diffusi per cercare di capire quale vaccino è il più efficace.

Alcuni sono in piena fase di somministrazione in Italia ovvero Pfizer, Moderna ed AstraZeneca, per gli altri non sono al momento previsti approvvigionamenti per l’Italia.

L’infografica a corredo è stata realizzata da Etienne Raimondeau, scienziato e comunicatore scientifico della Oxford Nanopore Technologies

Iniziamo con la rassegna.

Non sai che differenza c’è fra i vari tipi di vaccino allora leggi questo articolo “Come funzionano i vaccini e quale scegliere?” 

Pfizer-BioNTech

Primo ad essere approvato, il vaccino è a RNA-messaggero, consiste cioè in una sequenza genetica sintetizzata in laboratorio e trasportata in nanoparticelle lipidiche fin dentro la cellula, fornendo l’informazione necessaria alla sintesi della proteina Spike. Conservazione: la fragilità dell’mRNA

  • richiede temperature tra -90°C e -60°C;
  • resiste tra 2°C e 8°C fino a 5 giorni.
  • Ogni fiala contiene 5-6 dosi da 0,3 millilitri, da scongelare e diluire.
  • somministrazione: due iniezioni intramuscolari ad almeno 21 giorni di distanza
  • somministrabile a soggetti over 16.
  • Efficacia: 95%;
  • la protezione comparirebbe a una decina di giorni dalla prima somministrazione ma la completa dopo 7 giorni dalla seconda somministrazione.
pfizer

Moderna

Secondo vaccino a essere approvato, mRNA-1273 è a RNA messaggero.

  • Conservazione: comprese tra i -25° C e -15° C fino a 6 mesi; per 30 giorni tra 2°C e 8°C al riparo dalla luce e per 12 ore tra 8°C e 25°C.
  • Ogni flaconcino contiene dieci dosi già pronte per l’uso, senza bisogno di diluizione.
  • somministrazione: due iniezioni intramuscolari di 0,5 millilitri a distanza di 28 giorni a soggetti over 18.
  • Efficacia: 94,1%;
  • l’immunità si considera acquisita dopo 14 giorni dalla seconda somministrazione.

moderna

Oxford-AstraZeneca

Il vaccino AZD1222 o Covishield, utilizza un virus degli scimpanzé reso innocuo per l’uomo, il vettore ChAdOx1, per recapitare alla cellula il codice necessario alla produzione della spike. La sequenza di DNA verrà letta dalle cellule e trascritta in mRNA, la cui traduzione porterà alla sintesi proteica.

  • Conservazione: il Dna è più stabile dell’Rna e il materiale genetico è ben protetto dall’adenovirus, quindi non si richiedono le basse temperature dei vaccini a mRNA.
  • Efficacia: dal 62% al 90% a seconda del dosaggio;
  • genera una risposta già dopo la prima dose, la seconda va somministrata a 28 giorni.
astrazeneca

Johnson & Johnson

Il vaccino Ad26.COV2.S, noto anche come JNJ-78436735, è basato su un adenovirus di sierotipo 26 (Ad26), versione indebolita del virus del raffreddore, che non si replica nelle cellule umane ma induce la produzione della spike. Con la stessa tecnologia AdVac qui utilizzata, l’azienda ha già messo a punto il vaccino contro Ebola e sta lavorando a vaccini per Zika e H.I.V.

  • Conservazione: a 2°C – 8°C per tre mesi.
  • Regime: somministrazione singola per via intramuscolare, ma allo studio c’è anche un regime a due dosi.
  • Efficacia: 74%
  • È in fase 3 di sperimentazione, i risultati preliminari sono ancora in attesa.
johnson

Sputnik V

Il vaccino Sputnik V, or Gam-Covid-Vac, è basato su due tipi di adenovirus umano inattivati, incapaci di replicarsi e di causare malattia: Ad26 per la prima dose e Ad25 per la seconda, a 21 giorni dalla prima. Ricorrere a due tipi diversi serve a scongiurare il pericolo che, dopo la prima dose, l’organismo produca anticorpi con una conseguente riduzione di efficacia della vaccinazione.

  • conservazione: non richiede temperature molto basse per la conservazione 2 / 8° si mantiene per tre mesi mentre a -20° per due anni
  • L’efficacia annunciata è del 91,4%;
  • il virus è somministrato in Russia ma anche in altri paesi, come l’Argentina e la Bielorussia.
sputnik

Novavax

Il candidato vaccino NVX-CoV2373 dell’azienda d biotecnologie del Maryland è composto da nanoparticelle proteiche spike ricombinanti SARS-CoV-2 con un’adiuvante (Matrix-M1 ™, a base di saponina) per potenziare la risposta immunitaria. Non contiene sequenze genetiche, ma direttamente le proteine spike prodotte da cellule di insetto infettate da un baculovirus ingegnerizzato con il materiale genetico necessario alla loro produzione. Il vaccino è in fase 3 di sperimentazione e prevede due dosi a 21 giorni di distanza.

  • conservazione: 2 / 8° per tre mesi mentre a -20° per due anni
  • L’efficacia annunciata è del 89%;
novavax

Sinopharm

L’azienda statale cinese ha prodotto due vaccini a base di una versione chimicamente inattivata di coronavirus che non provoca malattia ma che stimola la produzione di anticorpi da parte del sistema immunitario: uno realizzato da Wuhan Institute of Biological Products, testato su soggetti da sei anni in su, e uno da Beijing Institute of Biological Products. Quest’ultimo, approvato in Cina per uso limitato e in uso negli Emirati, Barhain ed Egitto, si chiama BBIBP-CorV.

  • conservazione: 2 / 8° per tre mesi
  • L’efficacia dichiarata dai produttori è del 79,34%;
  • il regime è a due dosi a 21 giorni di distanza l’una dall’altra.
sinopharm

Sinovach Biotech

Il vaccino CoronaVac dell’azienda di Pechino Sinovac è a base di una versione inattivata di coronavirus. È stato coltivato su cellule di scimpanzé e inattivato chimicamente, reso cioè incapace di replicarsi. L’efficacia dichiarata dall’Istituto Butantan di San Paolo, relativa al ramo brasiliano .

  • conservazione: 2 / 8° per tre mesi
  • L’efficacia dichiarata dai produttori è del 50%;
  • il regime è a due dosi a 21 giorni di distanza l’una dall’altra.

sinovac

Bharat Biotech

Il vaccino Covaxin dell’azienda indiana è sviluppato in collaborazione con Indian Council of Medical Research (ICMR) – National Institute of Virology (NIV); è un virus inattivato e purificato attualmente in fase 3 di sperimentazione. Autorizzato in India, il regime prevede due dosi iniettate a 4 settimane di distanza.

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